lunedì 19 marzo 2012

Trarre le somme...IL LAVORO MI HA DISTRUTTO.

Sono l'unica sana (si fa' per dire) in casa, tutti con la bronchite tranne il piccolo con la tonsille gonfia come un palloncino. Dopo tanti mesi il sapere di essere immune mi fa' sentire più forte. Non voglio essere superficiale ma da quando sono lontana dal lavoro la mia salute ne ha giovato, il licenziamento mi avrà colpito duramente nelle finanze e nella tranquillità ma mi ha ridato la salute. Evidentemente le infezioni che prendevo a lavoro erano veramente tante ed ero esposta continuamente ad attacchi al mio sistema immunitario che a forza di antibiotici era ridotto ad un niente. E' la triste realtà dei fatti, un conto finale che devo farmi. In sette anni ho visto la mia salute peggiorare continuamente, ho preso di tutto ed infine l'operazione alla schiena e chi sa che la disidratazione discale, che mi ha portato alla discopatia da intervento, non sia una conseguenza di quei farmaci che ho dovuto prendere per curarmi.
Non sono ricca e temo per il futuro della mia famiglia, ma la realtà è inutile nasconderla per pudicizia.
Questo non vuol dire che non posso lavorare , lo faccio da quando avevo 15 anni ho un CV che sarebbe tanto caro al presidente del consiglio MONTI in fatto di flessibilità (come la intende LUI non come la intendevano nella mia EX azienda ), vuol solo dire che in quella azienda le normali norme igieniche non vengono rispettate e ci si aspetta che non ti ammali. Per fare qualche esempio: lavorare in un open space  con altre 100 persone senza una postazione tua con scrivanie, pc, e cuffie non disinfettate e a volte anche non pulite, con la moquette , le finestre che non si aprono, con un condizionatore che fa' freddissimo d'estate e caldissimo di inverno , con colleghi che vengono a lavoro con febbre , influenza solo perchè a casa si annoiano (perchè l'azienda premia la presenza non la qualità del lavoro) non credo sia di giovamento a nessuno in termini di salute. Certo chi più e chi meno questo è indubbio. Ma ho avuto la fortuna di lavorare anche in gruppi più piccoli dove era più semplice vedere le capacità individuali e le pecche e quando mancavo la mia assenza si faceva sentire in termini di capacità di smaltimento del lavoro, tanto che mi chiamavano per sapere quando tornavo. Poi purtroppo sono finita in un calderone dove ho visto gente che a malapena sapeva accendere il PC essere premiata con la promozione. Tempo prima mi era stato spiegato che le mie assenze pregiudicavano una mia eventuale promozione (che tra le altre cose non volevo visto il lavoro che poi si andava a fare); e non erano così tante all'epoca. Mi sono fatta i calcoli che chiunque si sarebbe fatto e ho capito che non sarei mai andata avanti nonostante le mie decantate , da altri, capacità lavorative. Pazienza mi son detta, ma mai avrei pensato che la mia salute peggiorasse così tanto e che sarebbe stato motivo di licenziamento.

2 commenti:

  1. prima di rimanere incinta tutte le sere dovevo prendere delle gocce per dormire, con nervosismo a mille e non potermi godere i soldi che guadagnavo perchè sempre a lavoro. Io lavoravo in fabbrica, poi sono andata in maternità e la mia vita è finalmente cambiata. non ho preso più gocce e me la sto godendo. Loro mi hanno licenziato, dato che dovevano fare un calo di personale, io operaia ingrata che sono andata in maternità lasciandoli soli mi hanno fatto fuori. Meglio non potevano fare, mi sono trovata un part-time (pulisco uffici e scrivanie eh eh eh) e anche se non mi posso permettere tutti i sabati di uscire, ho guadagnato molta più salute e mi cresco mio figlio!!!

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    1. Ma infatti quando parlano di flessibilità non intendono il lavoro ma il personale ed è questo su cui per me c'è molta confusione. Se hai del personale qualificato che ti è cresciuto in seno all'azienda dovresti trovare la maniera di tenertelo, trovare un compromesso non vuol dire fare beneficenza. In altri paesi licenziare è una vergogna ed è economicamente svantaggioso. In italia le aziende vengono incentivate ad assumere non a crescere. Potevano darti un part time anche verticale, in altre situazioni si potrebbe lavorare da casa anche quando si sta' male o si è costretti a non poter recarsi a lavoro. Si potrebbero recuperare ore...ma niente. Abbiamo una classe di imprenditori che fanno sinceramente pena e che hanno perenne bisogno di un "aiutino" per trovare soluzioni.

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